La sinistra ora vuole la censura social per chi non la pensa come lei sul clima. E’ addirittura il Wall Street Journal a lanciare un allarme: associazioni come Greenpeace hanno scritto alle grandi società tecnologiche come Facebook, Google, Twitter chiedendo loro di smetterla di amplificare la disinformazione climatica. Ma attenzione il rischio è grande: è un tipo di collaborazione analogo a quella che Facebook ha fatto durante la fase più dura della pandemia. In quel periodo però tra le opinioni da verificare e censurare c’era anche la domanda se il Covid-19 potesse essere uscito da un laboratorio cinese, opzione che dopo alcuni mesi diversi esperti hanno ritenuto possibile se non probabile. Insomma si cerca di togliere voce e spazio a chi ha un’opinione diversa. Si vuole censurare persino chi voglia dire che il riscaldamento globale è reale ma che l’uomo possa adattarsi. Per qualcuno persino dire che l’allarmismo sul clima è esagerato è disinformazione. E se si osa affermare che troppi sussidi alle rinnovabili non risolveranno il problema viene considerato un negazionista. In tutto il mondo, anche a sinistra, ci sono in molti che considerano le pale eoliche un danno per i territori, criticarle diventerà un oltraggio ai paladini del clima? Gli ultras ecologisti vogliono silenziare qualsiasi opinione diversa.