Come sapete da tempo qui in Europa puntiamo il dito, in commissione Sanità e nelle sessioni plenarie all’europarlamento, sugli enormi errori della strategia vaccinale messa in piedi dalla Commissione europea. Solo ieri il vicepresidente della Commissione Timmermans, dopo settimane, ha ammesso le mancanze del piano europeo. Tra ritardi, burocrazia, contratti secretati e mancate penali sulle consegne l’Europa ha collezionato disastri che hanno portato a una notevole differenza in negativo rispetto a Israele, Regno Unito e Usa. Ritardi che, sommati all’incompetenza di Arcuri e dei membri del passato Governo, hanno portato a questi numeri. Negli Stati Uniti gli americani vaccinati sono 107 milioni, in Europa la metà, in Italia appena 6,7 milioni, l’11% della popolazione. Ma anche in Paesi come il Cile ieri il numero delle persone vaccinate era praticamente pari a quello dell’Italia.
Capitolo Astrazeneca: assecondando l’Europa abbiamo puntato principalmente su questo vaccino. La Germania si può permettere di bloccarlo senza problemi perché dopo aver sottoscritto il patto che obbligava tutti gli stati europei a comprare solo i farmaci negoziati dalla Ue, hanno acquistato in privato 30 milioni di dosi. Invece per noi è un problema: dei circa 7,5 milioni di dosi di vaccino attese entro fine marzo, quasi 2,9 milioni sono di Astrazeneca. Il resto, per 3,8 milioni circa sono di Pfizer e per meno di 900.000 di Moderna.
Su questo vaccino ci troviamo quindi un altro fallimento dell’Europa. Nessuno chiarisce se i rischi sono reali o meno e intanto si perde tempo. Fa bene il governo italiano a correre per una produzione propria nazionale, e a contattare altri Paesi per forniture e produzione: si corra per verificare l’affidabilità del vaccino Sputnik, si chieda aiuto a India e Israele. Speriamo non si stia giocando una guerra commerciale ed economica, sarebbe vergognoso e assurdo. Proprio sul vaccino Sputnik ci sono ritardi indecenti, come se si volesse bloccare solo perché è russo. Intanto l’Ungheria che ha acquistato le dosi di questo vaccino viaggia su percentuali di vaccinazione più alte delle nostre.
Insomma in Europea nonostante qualche timida ammissione nessuno fa un passo indietro, nessuno si dimette, nessuno se ne assume la colpa. In gioco c’è la salute dei cittadini, che deve avere la priorità assoluta, e la ripartenza di un intero continente: non basta ammettere gli errori, si accertino le responsabilità e i responsabili. Mentre il Governo italiano lavora per prendere i vaccini altrove e per produrli, dall’Ue ci aspettiamo un netto cambio di passo, con un’attenzione concreta alle reali esigenze della gente, senza ulteriori perdite di tempo.