Arresti di giornalisti, carcerazioni di dissidenti politici, violenze, scontri di piazza: la situazione a Hong Kong è sempre più preoccupante. La Cina, con il suo comportamento, rappresenta sempre di più una minaccia globale per i diritti umani. Ciò che accade a Hong Kong è inaccettabile e l’atteggiamento dell’Unione Europea è purtroppo succube nei confronti dei cinesi. La Cina sta utilizzando il suo crescente potere per silenziare i critici, non vorremmo che l’Europa si piegasse perché si trova di fronte un gigante economico mondiale. L’arresto continuo di giornalisti, definiti “mele marce”, sta facendo sprofondare Hong Kong in uno stato di costante repressione delle opinioni.
Hong Kong, un tempo baluardo della libertà in Asia e nel mondo, è crollata dal 18° posto del 2002 all′80° posto del 2021 nell’indicatore della libertà di stampa nel mondo.
L’obiettivo del regime comunista cinese è di accompagnare l’isola sugli standard cinesi: la Cina è infatti al terzultimo posto su 180 paesi con più di 120 reporter e blogger attualmente detenuti.
La repressione dei diritti a Hong Kong è un problema che vediamo anche a Taiwan, nel Tibet e verso altre minoranze. E’ del tutto evidente che non bastano più le dichiarazioni di condanna ma sia necessario imporre il rispetto dei diritti umani tra le condizioni di qualsiasi tipo di accordo commerciale o politico tra Unione Europea e Cina anche attraverso delle sanzioni economiche.