Le regioni sono giustamente furibonde e i gestori degli impianti si sentono presi in giro e ora vogliono chiedere i danni.
Il modello Speranza/Riccardi continua a essere fallimentare: con le loro decisioni all’ultimo momento portano le imprese a fallire e sparire. Ma soprattutto prendono in giro le persone, promettendo aperture che all’ultimo momento diventare chiusure. Gli aiuti e le promesse di riapertura finiscono per trasformarsi in debiti.
Il sistema delle decisioni di “settimana in settimana” è devastante, non è così che si combatte la pandemia. Siamo stanchi dello stile a cui ci avevano abituato Conte e Casalino con le decisioni il giorno prima e spesso senza alcuna ragione logica.
C’è qualcuno che non si rende conto che il mondo dello sci ha un indotto attorno ai 12 miliardi di euro considerato il lavoro del personale addetto alle piste, dei maestri di sci, di albergatori, cuochi, camerieri, negozi di attrezzature sportive, gastronomia locale. E con questi redditi vanno in fumo anche quelli di oltre 120.000 dipendenti stagionali.
La Lega giustamente, con Salvini in testa, chiede maggior serietà. Gli italiani non sentono la necessità di avere tutti i giorni in tv espertoni che terrorizzano le persone. Che poi, come nel caso di Ricciardi, sono gli stessi che dichiaravano sbagliati i tamponi agli asintomatici e inutili le mascherine per i sani.
Lo schiaffo allo sci da parte di Speranza costa 400 milioni di mancato fatturato e arriva dopo una stagione che ha già visto un crollo complessivo dell’85% dei pernottamenti, con 2 miliardi bruciati. Ora gli operatori del settore vanno aiutati assolutamente, con indennizzi seri e non prese in giro stile ristori del modello Conte!