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La perizia dei vigili scagiona i carabinieri del #Corvetto: "Non tamponarono #Ramy". Nonostante giorni di accuse vergognose, da sinistra, la realtà è ben diversa.
Solidarietà ai #Carabinieri, hanno fatto solo il loro dovere!

Di fronte a continue aggressioni vergognose alle forze dell'ordine la sinistra risponde con il no al ddl sicurezza che prevede più tutela ai #poliziotti.
Inoltre invece di lavorare per la sicurezza sul territorio parlano di fronte a questi episodi di "più dialogo". Vivono su…

Basta con le scuse per giovani #immigrati che non vogliono studiare, lavorare e che spesso delinquono. Sono un insulto per i tanti stranieri che invece si integrano e lavorano! #maranza #drittoerovescio

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Ragazza islamica scomparsa, dove sono le femministe?

1 Giugno 2021

Di Saman non si sa più nulla da fine aprile. La diciottenne di origine pakistana è scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia e purtroppo si teme sia stata uccisa nell’ambito familiare.

La sua colpa? Essersi opposta a un matrimonio combinato organizzato dal padre con un cugino in Pakistan. Si era rivolta ai servizi sociali, aveva trovato protezione, poi era tornata in famiglia sperando di poter vivere la sua vita senza imposizioni.

Ma non è andata così.

La sua è una storia simile ad altre in un’Italia multietnica dove tante comunità non hanno alcuna intenzione di integrarsi e per motivi religiosi decidono di imporre ai figli il futuro, che per le donne è spesso sinonimo di sottomissione e non libertà.

Le speranze per Saman sono poche, è stato arrestato in Francia un cugino e la sua famiglia è scappata dall’Italia.

E’ una delle tante ragazze “invisibili” che hanno rifiutato l’imposizione del matrimonio.

Negli anni abbiamo assistito a drammatiche vicende simili. Vi ricorderete di Hina, la ragazza musulmana uccisa sgozzata l’11 agosto del 2006 per mano del padre che non sopportava lo stile di vita all’occidentale della figlia.

Oppure la triste storia di Sana, portata via da Brescia e uccisa e sepolta dai familiari in Pakistan, nel 2018.  Anni fa, nel 2009, ci fu anche la storia Sanaa Dafani, diciottenne di origine marocchina, trucidata vicino a Pordenone nel 2009 dal padre mperchè si frequentava con un ragazzo italiano.

Giovani ragazze che volevano la libertà e che sono state ammazzate per aver osato ribellarsi.

Sono tantissime le vicende simili che abbiamo letto nelle cronache in questi anni. Saman, Hina, Sana avevano il diritto di dire no a chi voleva costringerle con la forza ai matrimoni combinati.

Spiace purtroppo il silenzio della sinistra, dei radical chic sempre pronti a pontificare sull’integrazione. Dove sono le femministe? Non hanno nulla da dire sulla vicenda di Saman?

Purtroppo in molti hanno paura di essere additati come razzisti se si prendono delle posizioni riguardo a questi casi.

Ma questi orrori meritano ben altro spazio, ben altra attenzione.

Mi chiedo dove siano coloro che si inginocchiavano anche in Italia per il black lives matter?

Io credo che potremmo salvare molte vite denunciando con forza il dramma di tante donne islamiche che anche in Italia non hanno la libertà di scegliere!

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