Vorrebbero sgozzarmi, bruciarmi, mi vorrebbero morta con una bomba o stuprata. E’ il tenore di centinaia di messaggi che ho ricevuto negli ultimi giorni e che, purtroppo, ricevo anche nelle ultime ore. Tra i tanti anche messaggi pro guerra santa, a favore del terrorismo e inviti a bruciare le chiese e contro la croce.
E’ l’odio, per gran parte per motivi religiosi, che sto avendo per la mia posizione, legittima e motivata, sulle moschee.
Come saprete, insieme alla Lega, stiamo portando avanti un’importante battaglia sulle moschee abusive, luoghi illegali di preghiera che non rispettano alcuna regola.
Di questi centri non si conoscono i finanziamenti, non si sa chi siano gli imam e i frequentatori, non si sa nulla sui sermoni e molto spesso, come segnalato da varie inchieste, sono stati segnalati collegamenti con realtà terroristiche.
Allo stesso tempo ci siamo opposti allo spostamento di una moschea nell’area di Via Novara a Milano dove attualmente c’è un hub vaccinale e un punto tamponi.
Sarebbe assurdo, in un momento di pandemia, cambiare la destinazione d’uso. Ricordo che il consiglio comunale si era già opposto a questa scelta e i cittadini sono contrari.
Ci tengo a sottolineare che la libertà di culto non c’entra nulla in questa vicenda. E’ chiaro che chiunque deve essere libero di professare la sua fede.
La nostra è una lotta sulle regole: perché vengono consentiti abusi in serie, con centri di preghiera in scantinati o ex negozi nel silenzio totale delle istituzioni? Sono atti illegali che mai verrebbero consentiti a un commerciante, a un proprietario di immobili, a un semplice cittadino.
Allo stesso tempo è legittimo chiedere di non spostare una moschea in un’area che serve ora nella lotta al Covid.
Ma per molti islamici e odiatori non si possono esprimere opinioni e fare considerazioni di buon senso.
Per questo motivo mi vogliono uccidere e mi sommergono di parole di violenza inaudita.
In queste ore ho ricevuto attestati di solidarietà importanti, a partire da quelli di Matteo Salvini, e ringrazio tutti. In migliaia mi hanno scritto e io ne sono veramente colpita. Mi fate forza e mi spronate ad andare avanti.
Come sapete in questi anni ho più volte portato avanti battaglie contro il velo islamico che in molti, tra cui tanti buonisti, considerano un simbolo di libertà quando invece è uno strumento di sottomissione per le donne islamiche.
Abbiamo ancora sotto gli occhi la terribile vicenda di Saman e non possiamo scordare i tanti episodi di violenza verso donne che hanno osato ribellarsi a questa imposizione.
Ho lavorato anche per denunciare la deriva di islamizzazione crescente in Europa: ci sono nazioni con quartieri e città che ormai nulla hanno di europeo, dove la sharia è una realtà, dove si odia il nostro stile di vita.
Di fronte a un pericolo crescente che alimenta anche il terrorismo, l’Europa è succube e molle: negli ultimi mesi abbiamo visto la campagna a favore del velo islamico, finanziata dal Consiglio Europeo e il manuale di comunicazione, promosso dalla Commissione Europea, per censurare dai documenti il Natale e i nomi Giuseppe e Maria per una vergognosa paura di urtare le altre religiosi.
Non è cancellando la nostra storia e le nostre tradizioni che si fa un favore alle prossime generazioni. L’integrazione è possibile solo nel rispetto, non vergognandoci di ciò che siamo.
Non dobbiamo arretrare e io prometto che continuerò queste battaglie a testa alta e senza paura!