Tre motivi per dire no agli insetti nel piatto.
- Primo: con la solita scusa della tutela dell’ambiente i progressisti di tutta Europa vogliono stravolgere le nostre abitudini persino a tavola imponendo scelte culinarie per nulla condivise e a noi estranee. Secondo un recente sondaggio infatti, solo il 24% degli italiani sarebbe favorevole ad alimentarsi con farina di grillo. Tarme, locuste, larve e vermi sono un attacco diretto al Made in Italy.
- Secondo: i radical chic di sinistra chiamano “proteine del futuro” gli insetti ma si dimenticano dei casi di problemi di salute a seguito della consumazione di grilli, che possono andare dal prurito fino allo shock anafilattico; e si dimenticano anche del fatto che gli insetti selvatici sono spesso e volentieri contaminati da sostanze chimiche tossiche per l’uomo, come per esempio pesticidi e piombo.
- E infine terzo: non si possono equiparare terzo mondo e Paesi sviluppati in termini di alimentazione. Servono quindi chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza degli insetti, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. Non ci possono convincere del fatto che una tarantola o uno scorpione siano più salutari della pasta o di una fiorentina, solo per portare avanti la retorica della transizione ecologica.